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di Gatto NineNineNine | |
Racconto a 6 mani di Gatto NineNineNine, Fratellino e nostro Padre intitolato: Umanesimo ...
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Racconto a 6 mani di Gatto NineNineNine, Fratellino e nostro Padre intitolato: Umanesimo ...
Continuavo a camminare, quel marciapiede sembrava non avere fine. Non avevo una meta e continuavo a stringere la lettera che avevo in tasca. La carta dell’involucro era consumata dal sudore delle mani e dalle lacrime.Vagavo. I pensieri giravano senza sosta attorno al momento in cui la mia vita si era strappata e, nonostante l’evidenza, stentavo a crederci. Adesso ero un clochard. Un invisibile essere umano la cui esistenza si era infranta ed era rimasto sospeso tra le trame di questa moderna, folle, società.Alzai per un attimo lo sguardo. I miei occhi rossi, l’aspetto trasandato, la barba, la tristezza, tutto di me allontanava le persone che mi camminavano accanto. Tutti facevano finta di non vedermi. Tra tutti quei volti sfuggenti, in lontananza, lo vidi. Era sempre lui, lo avevo incontrato spesso negli ultimi tempi.A volte, osservandolo da lontano, avevo la vaga impressione di vedere il mio stesso futuro.Quel relitto umano aveva un’andatura claudicante, lenta ma non stanca. A modo suo sembrava felice.Ecco che lo aveva fatto di nuovo. Un gesto lieve, con la mano. Era una cosa che avevo notato in lui e mi aveva incuriosito. Lo ricordavo proprio per questo. Si avvicinava a qualcuno come noi, sorrideva, e con la punta delle mani si salutavano con delicatezza.Oggi stavamo camminando nello stesso marciapiede e ben presto lo avrei incontrato da vicino.Già sorrideva. Aveva un aspetto emaciato, mancava di scintilla vitale e forse mentalmente neppure tanto presente. Mi hanno sempre detto che non si possono giudicare le persone dal loro aspetto, ma con un personaggio come quello non era facile. Magari anche io non stavo dando il massimo di me.Si avvicinava. Mi guardava.A passo lento andavo avanti e ben presto ci trovammo a due passi di distanza.Lui alzò le mani in gesto di resa. Mi immobilizzai. Lui non disse nulla, allargò le braccia e mi abbracciò.Ricevere un abbraccio da uno sconosciuto non è una cosa comune ma, stranamente, in quel momento, avevo proprio bisogno di qualcuno che notasse la mia presenza, qualcuno che si prendesse parte del mio fardello, qualcuno che portasse via qualcuno dei miei inutili e tristi pensieri.Quando lasciò l’abbraccio mi salutò con il suo solito gesto delle mani.Se ne andò in silenzio, ed io mi resi conto che aveva portato via con se un piccolo pezzetto delle mie pene.Finalmente avevo compreso cosa fosse quel lieve gesto. Un dono, un piccolo aiuto, una delicata consolazione. Un fugace tocco di vera, genuina, umanità.
Scritta il primo Marzo 2014Angelo (Angel) di Gatto NineNineNine
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