Vita Reale o Realtà Virtuale?

“Second life”, seconda vita, è una realtà virtuale che conta milioni di utenti registrati e sta affiancando se non soppiantando sempre maggiormente la vita, quella reale, di molte persone.
Non importano sesso, età, carattere o aspetto fisico, la “seconda vita” è un mondo tridimensionale dove ognuno può modellare il proprio avatar a suo piacimento, crearsi una seconda identità, un “alter-ego virtuale” che abbia tutte le caratteristiche desiderate dall’utente.
Milioni di avatar che fungono da vere e proprie maschere, maschere con cui è più facile socializzare online, crearsi una vita ideale e realizzare obbiettivi che nella realtà molti possono solo sognare.
Il proprio alter-ego virtuale in “Second life” riesce quindi a viaggiare, lavorare, comprarsi casa, fare affari, proprio come nel mondo reale.
Come ho letto da qualche parte: “Online gli utenti sono chi scelgono di essere, costruiscono il sé su misura dei loro desideri”. Si vengono però a creare delle “doppie-identità”: una falsa che i serve di uno schermo di un pc per nascondere il vero “se’” ed una vera, che viene spesso messa in secondo piano perché diventa meno facilmente gestibile della prima, spesso anche meno appagante. Facilmente gestibile perché, come per “second-life” o qualsiasi altro social, le persone si riducono a profili e rinunciano a vedere la complessità problematica di una persona.
Il proprio avatar ha una personalità piatta, ma che funziona perfettamente per “evadere dalla realtà” e rifugiarsi in un mondo più desiderabile e appunto, appagante, ma che resta pur sempre falso.
Gli psicologi si sono posti la domanda: “Come possono le due identità convivere in una persona?”
Nella migliore delle ipotesi le due riescono a dar vita ad una personalità creativa che ha molte facce, nel peggiore si arriva a problemi e disturbi come la schizofrenia.
Vero è che i social network stanno prendendo una posizione sempre più importante nella vita dell’uomo moderno e per molti aspetti la migliorano, ma non stiamo forse esagerando cercando in una realtà virtuale un’ancora di salvezza dalla vita reale?
Andiamo cercando proiezioni  migliori di noi stessi in sostituzione alla nostra persona, rischiando però di distruggerla.
Possiamo davvero vivere con due vite contemporaneamente, una vicina ai nostri desideri e sogni ma pur sempre falsa ed una in cui non basta collezionare punti per accedere al livello successivo, ma che è quella vera ?
I giovani stessi preferiscono più delle volte nascondersi dietro un profilo per paura che mostrare il vero “io” possa rovinare i rapporti con gli altri.
Lo stesso relazionarsi con i propri coetanei, nel caso degli adolescenti, è basato in buona parte da chat online, dalle “amicizie su Facebook”, dai “like” e dai commenti. E’ molto più facile presentare una versione di se’ che, per quanto fasulla, sia piacevole e non presenti “difetti”.
Ma può tutto ciò realmente sostituire gli sguardi, i sorrisi, i saluti, le parole, il conoscersi dal vivo, per quello che si è realmente?
Forse, a volte, per paura di mostrare il vero “io”, perché, come si dice, “gli occhi sono lo specchio dell’anima”, preferiamo non mostrare affatto il nostro sguardo e ci abbandoniamo al “piacere di conoscere le confidenze di persone con cui nella realtà si ha difficoltà ad entrare in relazione”. Questo lo facciamo indossando la maschera del proprio avatar.
Mi sento di dire che, nonostante la tecnologia abbia oramai radici profonde nel nostro vivere quotidiano, non possiamo lasciare che questo soppianti totalmente il nostro essere noi stessi, perché invece di fuggire dalla realtà dovremmo cercare di affrontarla, qui, e non dietro allo schermo di un computer, noi stessi e non il nostro avatar.

Tema di attualità svolto da Gatto NineNineNine a Marzo 2015  

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